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imagesPercorso formativo rivolto alle ostetriche e alle figure professionali vicine alla mamma, al papà e al bambino.

 Progetto a cura di Patrizia Belardi

 (articolo completo alla pagina http://watsu.it/formazione/formazione-per-ostetriche)

Il Watsu è entrato in Italia quindici anni fa attraverso la porta della nascita: le donne ostetriche sono state, infatti, le prime a conoscere il suo creatore, il poeta americano Harold Dull, e a ricevere i benefici del massaggio meditativo water shiatsu. Roberto Fraioli, sessuologo e ginecologo, intorno agli anni novanta intuisce il potenziale del Watsu rispetto al mondo della nascita e apre il cammino di Harold Dull in Italia. L’esperienza ventennale con donne gravide e genitori in acqua e quella di molti altri acquanauti, mi ha portato a confermare fortemente i rapporti tra il Watsu e la potenza creatrice, a sentire Watsu come strumento per sostenere la donna che dà alla luce e a credere quindi che sia

maturo il tempo per offrire alle ostetriche una formazione che vada al di là della breve situazione esperienziale, attraverso un percorso pratico-teorico.

Perché Watsu per ostetriche

L’acqua è stata inserita ormai da tempo come elemento possibile durante i corsi di preparazione alla nascita.

Nella vastità del lavoro acquatico stretching, Ai Chi, Woga, rilassamento, immersione… il Watsu porta una sua specificità da collocare parallelamente ad altre tecniche o modalità acquatiche.

Altra possibilità sarà di scegliere per la donna o per la coppia un modulo di lavoro acquatico che preveda il solo utilizzo di Watsu essendo, come ho cercato di spiegare, estremamente positivo e ricco di vantaggi.

Le donne all’interno del gruppo di preparazione alla nascita potranno scambiare tra loro brevi esperienze. Sarà sempre necessario dedicare alcuni momenti alla ricerca del proprio contatto con l’acqua e delle posizioni del corpo prima ancora di sostenere l’altro quindi il lavoro diventa, anche portando come unico tema il Watsu, estremamente stimolante.

Il modulo formativo proposto alle ostetriche in primis, allargato poi ad altre figure professionali vicine alla nascita e reputate idonee alla formazione, prevede 150 ore nelle quali maturare un percorso prima di tutto personale, dove possono emergere vissuti legati alla propria esperienza rispetto al sostegno e all’accudimento, i sentimenti legati all’intimità.

L’acqua potrà diventare un mediatore di comunicazione tra l’ostetrica e la donna, tra l’ostetrica e il bambino, facilitando lo specifico rapporto uno a uno dell’assistenza ostetrica alla gravidanza, parto e puerperio.

Il lavoro del Watsu stimola nell’ostetrica un’attitudine all’ascolto sollecitando in particolare i canali sensoriali prima ancora di quelli verbali, viene a facilitare la comunicazione tonicoemozionale tra donna e ostetrica, il senso di comprensione, compassione, fiducia.

La formazione andrà a sollecitare un’attitudine eutonica.

In acqua, mentre sostengo la persona, cerco di mettere in dialogo tonico la muscolatura, di compiere il minimo sforzo, la minima energia muscolare possibile per orientare in modo preciso le azioni che compio intuitivamente e in ascolto dell’altro.

L’eutonia rende l’immagine corporea più consapevole, una migliore postura, equilibrio e distribuzione del peso; vi è una costante ricerca di equilibrio, considerando anche che, sostenendo il peso della donna che galleggia sopra le mie braccia, la situazione staticodinamica cambia notevolmente.

L’acqua fa da elemento perturbante per i nostri sensi visivo, olfattivo, uditivo, cinestetico; le informazioni che arrivano dalla periferia dei canali sensoriali alle zone corticali cambiano di conseguenza le risposte corticali e sottocorticali.

L’ostetrica, dopo aver maturato familiarità con se stessa immersa nell’acqua, potrà, attraverso esperienze teoriche e pratiche, costruire strumenti conoscitivi per portare esperienze riguardanti watsu all’interno dei suoi gruppi di preparazione alla nascita.

Organizzazione e contenuti

Il percorso formativo per le ostetriche comprende un totale di 150 ore, suddivise in cinque moduli: tre moduli di 15 ore (due giornate) e due moduli di 50 ore (cinque giorni); inoltre sono previste 5 ore di percorso individuale, sessioni da ricevere e momenti di supervisione o dialogo individualizzato, a seconda dei bisogni specifici.

Il percorso consentirà alle ostetriche di proporre esperienze di watsu nei gruppi di donne in gravidanza e nei corsi per le coppie in attesa.

Con tale percorso non si intende formare le ostetriche alla pratica professionale del Watsu: infatti solo i practitioners (che hanno frequentato 650 ore di formazione) e gli insegnanti possono fornire sessioni individuali di Watsu o condurre gruppi esperienziali sul Watsu. Inoltre non è consentita la trasmissione di elementi di Watsu ad altre ostetriche.

Al termine del percorso formativo proposto le ostetriche potranno proporre esperienze di Watsu solo nell’ambito del percorso nascita.

Watsu Italia riconoscerà il numero delle ore svolte per chi volesse continuare la formazione professionale completa di 650 ore.

La formazione proposta viene quindi riconosciuta da WATSU ITALIA, istituto formativo in Italia riconosciuto dalla casa madre americana WABA (Worldwide Aquatic Bodywork Association) che ha sede presso la School of Shiatsu and Massage di Harbin Hot Springs, in California, diretta da Harold Dull.

Il piano formativo verrà seguito da Patrizia Belardi e Cristina Levi, condiviso con Roberto Fraioli.

Il percorso sarà arricchito dalla presenza di Barbara Grandi, Italo Bertolasi e Cornelia Enning.

Per maggiori informazioni contattare Cristina Levi crilevi@watsu.it oppure Patrizia Belardi patriziabelardi@hotmail.it

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