Ma è proprio vero che latte e derivati rinforzano le ossa e rendono più robusto lo scheletro? Se questo è certo nella fase della crescita e dell adolescenza. non è altrettanto dimostrato per quanto riguarda l’età adulta e, soprattutto, il periodo post-menopausa. Gli studi più recenti dimostrano infatti che le fratture dovute all’osteoporosi sono più frequenti in chi consuma grandi quantità di proteine animali, quindi carne e latticini. «Occorre sfatare il mito, piuttosto comune, secondo cui, per prevenire l’osteoporosi. le donne in menopausa devono bere molto latte o mangiare parmigiano», spiega Franco Berrino, responsabile del dipartimento dì Epidemiologia presso l’Istituto nazionale dei tumori dì Milano. «Questi prodotti sono ricchi di calcio, ma altrettanto di proteine animali, che acidificano il sangue. Il nostro organismo è motto attente a mantenere il giusto livello di acidità, perché ogni squilibrio potrebbe provocare gravi conseguenze, tra cui la tetania (una forma di contrazione muscolare involontaria). E proprio i salì basici di calcio contenuti nelle ossa servono a tamponare l’eccessiva acidità del sangue. Ecco perché, se consumiamo formaggi o carne che contengono proteine più acide rispetto ai cibi di origine vegetale, le ossa sono costrette a cedere calcio per riportare iI sangue al normale Ph. Perciò, la sostanza assunta da una parte se ne va dall’altra». È più consigliabile, alle cinquantenni, ingerire il calcio attraverso alimenti di origine vegetale, come i semi di sesamo, i cavoli, i broccoli, i legumi, le alghe. E proprio per favorire una nuova cultura alimentare, più sana e molto più attenta alla prevenzione, l’Istituto dei tumori di Milano organizza corsi di cucina in quattro lezioni il giovedì pomeriggio (riprenderanno a settembre; per info. tel. 02.239.028.68). Oltre a curare l’alimentazione, chi vuole prevenire l’osteoporosi deve fare attività fisica (che irrobustisce non solo i muscoli, ma anche lo scheletro) ed esporsi alla luce solate (che favorisce la produzione di vitamina D).
Anche la terapia ormonale sostitutiva, spesso prescritta alle donne in menopausa, è un efficace metodo per contrastare la malattia, dovuta a un calo di estrogeni. Ma le ricerche più recenti sottolineano i rischi degli ormoni su altri versanti. Sono appena stati pubblicati sulla
rivista Jama i risulati di una importante ricerca sulla terapia sostitutiva, effettuata dal Women’s Health Initiative in 40 centri clinici americani su 32 mila donne tra 50 e 79 anni», spiega Francesco Raspagliesi, direttore del reparto di Ginecologia oncologica all’Istituto dei tumori. “Emerge chiaramente che la cura a base di estrogeni aiuta sì a prevenire l’osteoporosi, ma fa aumentare il
rischio dì carcinoma alla mammella di circa il 20%. E non sembra avere grossi vantaggi contro le patologie cardiovascolari”.
Patrizia Tamarozzi
(La Repubblica)