In rete diverso tempo fa leggevo che una ginecologa, Lucia Bagnoli, scriveva: ‘Non è affatto scontato, in buona parte dei reparti di ostetricia, che l’assistenza sia rispettosa della scelta della donna, nè che sia empatica, caratteristiche che promuovono esiti di fisiologia.’
Se gli esiti di fisiologia sono promossi da una assistenza empatica*, ciò vuol dire che lo stress del parto è ridotto con una presenza attenta che accompagna e quindi condivide il dolore e la fatica, sapendo mantenere il giusto distacco in modo da non essere travolta dalle paure, dalla rabbia del momento, provocata dal dolore, e che, in parte, ‘analgesizza’ o permette di scaricare le tensioni e le emozioni che altrimenti stravolgerebbero l’equilibrio fisiologico della gestante.
Sono d’accordo con l’affermazione riportata che l’empatia possa promuovere la fisiologia, cioè in questo caso il benessere, ma credo questa capacità di partecipare richieda un percorso esperienziale di crescita.
Il problema me lo pongo ogni volta che propongo quella forma di stimolazione tattile che è lo shiatsu e devo spiegare perché anche in 20′, magari qualche giorno prima del parto, è possibile influenzare un parto podalico senza aver iniziato il trattamento del punto BL 67 alla 32° settimana, come prevede il protocollo! La differenza tra l’uso della moxa secondo il protocollo (empaticamente asettica) e la stimolazione tattile in cui l’empatia gioca un ruolo fondamentale non può essere facilmente identificata da un trial scientifico perché l’empatia non è intellettualmente o tecnicamente trasferibile ma purtuttavia molti studi hanno già trattato il tema del potere calmante del contatto fisico.
A queste evidenze posso aggiungere che chi ha svolto o ha l’occasione di svolgere un percorso esperienziale in tema di ‘contatto’ ha sperimentato la capacità di affinare la capacità di sintonia e la sensibilità emotiva in modo tale che può favorire facilmente il rilassamento in chi ha di fronte, se sono presenti particolari condizioni di ambiente (ambiente sereno, presenze rispettose, familiarità del luogo).
Prendo questo punto (BL 67) ad esempio del discorso perchè circolava sul gruppo Cerchi, un gruppo di discussione tra ostetriche e ginecologi, una ricerca su quali erano gli studi accertati e riconosciuti su punti di agopuntura e tecniche moxa utili al parto.
In merito alla moxa penso che questa opzione di intervento, oltre che molto potente sia molto tecnica, adatta a sostituire o prevenire metodi più invasivi ma di fatto sia un modo di ridurre la partecipazione a livello empatico. Ecco dunque la necessità di stimoli ripetuti per lunghi periodi anziché un contatto mirato, leggero ma in grado di stimolare il rilassamento e la fisiologia, promuovendo lo svolgersi naturale degli eventi!
Riprendendo un pensiero di M. Odent, che ho scoperto recentemente, ‘l’adozione di una strategia culturale impostata sull’amore e utile per la sopravvivenza dell’uomo, una strategia che deve nascere e nutrirsi fin dal momento del concepimento‘ credo passi prima di tutto attraverso la disposizione attenta e partecipata di chi accudisce.
A questo riguardo le discipline orientali, di derivazione taoista e di tradizione zen, hanno molto da insegnare. D’altronde anche M. Odent ha preso a prestito le tecniche ayurvediche di massaggio infantile come metodo per rinforzare il bonding, cioè l’attaccamento tra madre e neonato.
La frase più spesso riportata per definire lo shiatsu è: “Lo Shiatsu è come il puro affetto materno. La pressione delle mani fa scorrere le sorgenti della vita”. Val la pena quindi ricordare allora quali sono i benefici che lo shiatsu può apportare alla donna, al neonato e all’operatore del percorso nascita stimolando l’empatia, il sostegno e la consapevolezza.
* nota. L’empatia è la capacità di comprendere appieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore.